Sempre opportuna l’affabilità dei modi

di Ciro A. R. Abilitato

Annoverato fra i sette sapienti di Grecia, Chilone di Sparta fu personaggio molto ammirato per la sua moderazione, per la vita ritirata e la condotta silenziosa, da cui raramente si dispensava. Questo saggio, che consigliava di non offendere né minacciare mai chicchessia, ordinava che l’uomo forte, temprato nello spirito, si mostrasse piacevole nei modi, al fine, diceva, d’ispirare negli altri più riguardo che timore. Non è mai superflua l’affabilità e la convenienza dei modi, ed anche, direi, una certa umiltà, specialmente in quelli che di autentica bellezza, o d’ingegno, o d’altra qualità al mondo desiderata siano manifestamente dotati. Troppo grave è infatti la colpa della quale devono chiedere perdono a coloro che di qualità mancano, e troppo permaloso, prepotente e furioso è il nemico da tenere a bada. Poiché le qualità sono qualcosa di cui i più difettano, esse sono invidiate, disprezzate e persino derise da chi non ne possiede. Pertanto, di solito, o sono insegretite dai malevoli, oppure, se ciò è impossibile a motivo della fama, sono additate come qualcosa di riprovevole, e giudicate alla stregua d’una colpa. Non a torto gli antichi, quando erano favoriti dalla fortuna, e si trovavano in condizioni di prosperità o di grandezza, ritenendo che convenisse placare negli stessi dèi l’invidia per una loro particolare qualità o condizione, usavano espiare con umiliazioni, offerte e volontarie penitenze il peccato appena espiabile della felicità o dell’eccellenza. Ora, questa delicatezza e umiltà di modi, dai saggi caldamente consigliata a chi abbia qualità ammirevoli, molto più conviene e si raccomanda a chi di qualità sia sguarnito, e ciò non solo per conservare integre nel tempo faccia, dentatura, condizione e reputazione, ma anche perché, davvero non si crede quanto agli occhi della gente sia facile passare per persone perbene, e addirittura eccellenti e di pregio, in virtù unicamente dell’eleganza dei modi.