PERCHE’ MOLTI UOMINI VIRTUOSI DIVENTANO CATTIVI

di Ciro A. R. Abilitato

MOLTI UOMINI VIRTUOSI, PER VENDICARSI DELLA MALVAGITA’ DEGLI UOMINI, RIVOLGONO CONTRO DI ESSI LE STESSE ARMI VERSO CUI PROVANO ODIO E RIBREZZO

Se tanto al colpevole quanto all’innocente spetta una stessa fine, dice Ottone imperatore presso Tacito (Marcus Salvius Otho, marito di Poppea e amico di Nerone), è più da uomo perire meritatamente, anziché senza averlo meritato.

Poco diverso, credo, sia il modo di pensare di certi uomini, che pure avendo un animo sensibile e rivolto alla virtù, una volta entrati nel mondo, provata l’ingratitudine, l’ingiustizia e l’infame accanimento degli uomini contro i loro simili, e soprattutto contro i giusti e i virtuosi, scelgono volontariamente di farsi spietati. E questo non perché cedano alla corruzione o perché siano attirati dall’esempio dei malvagi, come invece avviene per i deboli e per gli opportunisti privi di coerenza e di dignità; e nemmeno lo fanno per interesse o per troppo desiderio dei vili e superficiali beni umani; e neppure perché sperano così di salvarsi dalla malvagità degli altri. Essi lo fanno per libera scelta, per vendicarsi degli uomini, e per rendere loro il cambio impugnando contro di essi le loro stesse armi. La ferocia di questi uomini contro gli iniqui e i vili è tanto più profonda, quanto più nasce dall’esperienza della virtù; e tanto più formidabile quanto più congiunta, cosa non ordinaria, a grandezza e fortezza d’animo. C’è in questo un ché di eroico che è piuttosto difficile da definire. La vendetta di questi uomini può essere tenace, durevole, sottile e terribile. Non è affatto consigliabile, perciò, abusare troppo della pazienza dei pacifici. Credo che il racconto di Poe “The Cask of Amontillado” spieghi abbastanza bene cosa possa capitare ad uno che sia appena mancante di tatto.