Nicola Schonberg, cardinale di Capua, a Niccolò Copernico

Traduz. Ciro A. R. Abilitato

Nicolaus Schonbergius Cardinalis Capuanus,
Nicolao Copernico, S.

Cum mihi de virtute tua constanti omnium sermone ante annos aliquot allatum esset, coepi tum maiorem in modum te animo complecti, atque gratulari etiam nostris hominibus, apud quos tanta gloria floreres. Intellexeram enim te non modo veterum mathematicorum inventa egregie callere, sed etiam novam mundi rationem constituisse, qua doceas Terram moveri, Solem imum mundi, adeoque medium locum obtinere; caelum octavum immotum atque fixum perpetuo manere; Lunam se una cum inclusis suae sphaerae elementis, inter Martis et Veneris caelum sitam, anniversario cursu circum Solem convertere; atque de hac tota astronomiae ratione commentarios a te confectos esse, ac erraticarum stellarum motus calculis subductos in tabulas te contulisse, maxima omnium cum admiratione.
Quamobrem, vir doctissime, nisi tibi molestus sum, te etiam atque etiam oro vehementer, ut hoc tuum inventum studiosis communices, et tuas de mundi sphaera lucubrationes una cum tabulis, et si quid habes praeterea, quod ad eandem rem pertineat, primo quoque tempore ad me mittas. Dedi autem negotium Theodorico a Reden, ut istic meis sumptibus omnia describantur, atque ad me transferrantur. Quod si mihi morem in hac re gesseris, intelliges te cum homine nominis tui studioso et tantae virtuti satisfacere cupiente rem habuisse. Vale.

Romae, Calendis Novembris, anno M.D.XXXVI.

Nicola Schonberg, cardinale di Capua,
a Niccolò Copernico, salve

Dato che da diversi anni a questa parte tutti continuamente non fanno che parlami della tua bravura, ho cominciato di conseguenza a considerarti con maggior peso e a congratularmi anzi con i nostri uomini, presso i quali prosperi con tanto successo. Mi sono reso conto infatti che non solo sei versato in modo eccellente nelle scoperte degli antichi matematici, ma che hai anche fondato un nuovo modello del mondo, in virtù del quale insegni che la Terra si muove e che il Sole è più profondo e quindi occupa il centro del sistema del mondo; che l’ottavo cielo rimane perpetuamente immoto e fisso; che la Luna, posta fra il cielo di Marte e quello di Venere, volge, insieme agli elementi inclusi nella sua sfera, intorno al Sole, seguendo un percorso annuale; e che su tutta questa dottrina astronomica sono stati da te composti alcuni commentari, e che hai riportato in tavole, con grande ammirazione di tutti, i movimenti sottoposti a calcolo delle stelle erranti.
Per tale ragione, uomo dottissimo, se non ti sono di fastidio, ti chiedo e ancora vivamente ti chiedo che questa tua scoperta venga comunicata agli studiosi, e d’inviarmi quanto prima il frutto delle tue notturne veglie sulla sfera del mondo, unitamente alle tavole e a quant’altro tu avessi sul medesimo argomento. D’altra parte ho dato incarico a Teodorico da Reden di far ricopiare tutto questo a mie spese e di mandarmelo. Pertanto, se in questa cosa mi porterai modo (se mi accondiscenderai), vedrai che hai a che fare con un uomo rispettoso del tuo nome e desideroso di dimostrare la realtà del tuo alto valore. Salute.

Roma, 1° novembre 1536